Il Crowdfunding fai da te

Le piattaforme crescono senza tregua, puntando su quelle settoriali, ibride e do-it-yourself. Ma la domanda non tiene il passo.

Articolo di Daniela Castrataro e Ivana Pais pubblicato su nòva24

Il mercato italiano del crowdfunding si conferma, ancora una volta, in crescita furiosa più che veloce. Il numero di piattaforme continua a salire senza sosta, a fronte di un capitale totale raccolto che – in comparazione – cresce molto più lentamente, arrivando a raggiungere i 30 milioni di euro. Questo, in estrema sintesi, il panorama che emerge dall’aggiornamento semestrale della mappatura della piattaforme di crowdfunding in Italia.

Dalle 41 piattaforme contate lo scorso novembre, siamo passati a 54 in soli sei mesi. Se pensiamo che sei delle piattaforme incluse nel conteggio scorso sono ora inattive o hanno chiuso l’attività, sono oltre 15 le piattaforme nate o lanciate nell’ultimo semestre. Tra i 54 portali rilevati, 41 sono attivi, mentre i restanti sono in via di lancio. Si tratta, in prevalenza, di portali di equity-based crowdfunding, ovvia conseguenza del relativo regolamento Consob entrato in vigore la scorsa estate. Tra quelle attive, 19 appartengono al modello reward-based, 7 al donation-based, 2 al lending-based e 2 all’equity-based. Ci sono poi 11 piattaforme ibride, prevalentemente reward e donation.

Dai dati raccolti dalle 46 piattaforme che hanno risposto al nostro questionario emerge che i progetti ricevuti dai portali dal momento del loro lancio sono in totale 48.357, di cui il 79% dalle piattaforme lending-based, il 21% dalle piattaforme di reward e donation e solo lo 0.3% dalle nuove piattaforme di equity. L’80% delle piattaforme effettua una selezione dei progetti da pubblicare. Quelli approvati/pubblicati sono 12.809 (26% del totale): il 59% sono lending-based, il 41% reward e donation. A oggi, sono stati pubblicati quattro progetti di equity, di cui solo uno ha concluso la raccolta, con esito positivo.

La progettualità si conferma quindi abbastanza limitata, a fronte dell’alto numero di piattaforme. Il valore complessivo dei progetti finanziati attraverso le piattaforme intervistate è pari a poco più di 30 milioni di euro, con una crescita di 7 milioni rispetto alla rilevazione di ottobre 2013, a cui concorrono in misura predominante le piattaforme lending-based (77%). Essendo ancora insignificante il totale raccolto dall’equity, il donation e il reward continuano a dividersi il resto. I progetti finanziati sono prevalentemente sociali (63%) seguiti a distanza da quelli creativi (23%), mentre i progetti imprenditoriali rappresentano solo il 14% del totale.

Tra le tendenze del mercato si conferma la crescita di piattaforme ibride, piattaforme settoriali e Do It Yourself Crowdfunding. Il numero di piattaforme che offre varie possibilità ai progettisti sta infatti crescendo velocemente e la combinazione più frequente è tra donation e reward. Inoltre, la maggiorparte dei portali avviati o lanciati negli ultimi sei mesi sono settoriali o “di nicchia”. Confermato anche l’interesse per il Do It Yourself: anche nello scorso semestre abbiamo assistito al lancio di alcuni grandi progetti “fai da te”, come Festival Internazionale del Giornalismo, 100giornix100orti di Slow Food e Un Passo per San Luca. Uno dei protagonisti dello scorso semestre è stato certamente l’equity crowdfunding. Negli ultimi mesi sono infatti stati avviati i primi portali e lanciati i primi progetti. A prescindere dall’esito, il modello si sta sviluppando più lentamente di quello che ci si potesse aspettare.

Si ripete inoltre la corsa alla creazione di piattaforme che il mercato italiano sembra sperimentare per tutti i modelli (a eccezione del social lending): al momento ci sono solo quattro piattaforme equity inserite nel registro Consob ma abbiamo individuato un’altra decina di portali in attesa di approvazione. Anche in questo modello si rischia quindi una frammentazione tra operatori, a fronte di un pubblico di investitori che probabilmente ha ancora bisogno di educazione in questo campo e un bacino potenziale di aziende al momento ancora limitato (meno di 2000 startup innovative).

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