Restituire un’istantanea del fenomeno delle donazioni in Italia risulta al momento un esercizio complesso vista la presenza di varie fonti informative che utilizzano diverse – o integrate – basi di dati, nonché la mancanza di un’interpretazione univoca dei principali concetti impiegati.
Complessivamente la gift economy in Italia vale oltre 8 miliardi di euro l’anno. Questo dato tiene insieme le erogazioni delle sole fondazioni di origine bancaria pari nel 2020 a circa 950 milioni di euro (in aumento del 4,3% rispetto all’anno precedente, secondo i dati Acri), le donazioni da persone fisiche pari a 5,68 miliardi di euro pre-pandemia (dati Vita Non Profit), e le donazioni da aziende, che pre-pandemia si attestavano a oltre 800 milioni, secondo Fondazione Italia Sociale.
Su quest’ultimo dato, il recente report sul Corporate Giving, elaborato da Dynamo Academy e Sda Bocconi su un campione di 116 aziende italiane, suggerisce una crescita notevole nel 2020, dove le aziende hanno donato in media il 3,4% dell’utile di imposta, contro l’1,6% del 2019.
Secondo i dati del monitoraggio 2021 di Bva Doxa sulla base di circa 2mila interviste in 108 comuni, il 36% degli italiani dichiara di aver fatto una donazione a un’organizzazione non profit.
Interessante notare il “ringiovanimento” della popolazione dei donatori, con la fascia 35-54 anni che diventa la prima per numero di donatori e quella 15-34 anni che sale dall’11% al 24 per cento. Complice sicuramente l’adozione crescente di strumenti digitali per la raccolta da parte delle organizzazioni.
Infatti, le donazioni online – preferiti dal 33% delle persone – raggiungono per la prima volta nel nostro Paese nel 2020 quelle in contanti.
Seppur in crescita e molto incoraggiante, se confrontato con quello mondiale – in cui la modalità online è scelta dal 55% dei donatori (fonte: Nonprofit Tech for Good) – questo dato riflette una certa arretratezza dell’Italia e delle organizzazioni non profit italiane su questo piano.
In merito alle buone cause verso cui i donatori si sono concentrati maggiormente, nel nostro Paese il settore della sanità e della ricerca scientifica da sempre dominano sugli altri ambiti.
Un primato confermato nel 2021 – in cui secondo 7° Italy Giving Report il 37% dei donatori ha scelto la ricerca medico-scientifica – ma in calo rispetto all’anno precedente (44%).
Crescono invece le donazioni per il contrasto alla povertà (scelta dal 24% dei donatori, con un incremento di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente), in linea con i trend internazionali dove povertà e infanzia sono le prime buone cause sostenute.
Articolo tratto dalla Guida “Non Profit” de Il Sole 24 Ore.
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